Space Muffin è il loro ultimo lavoro in studio, un prodotto tanto adrenalinico quanto caleidoscopico, un po’ come bevuta e hangover, scopata e sigaretta.
Ormai i Kayleth sono un nome che non suonerà nuovo alle vostre orecchie, anche perchè se così fosse vi trovereste nella sconveniente posizione di dover recuperare il tempo perso: sono una realtà vera e propria, lo hanno capito all’estero, lo abbiamo capito noi, ma soprattutto lo hanno capito loro.
"Space Muffin" è il loro ultimo lavoro in studio, un prodotto tanto adrenalinico quanto caleidoscopico, un po’ come bevuta e hangover, scopata e sigaretta. Niente giochini strani, niente sperimentalismo o virtuosismi ideologici, la band veronese non inventa nulla di nuovo, fa semplicemente quello che c’è già, ma meglio, fondendo perfettamente stoner e psichedelia, rock e grunge. Un lavoro vagamente trascendentale questo disco, si concretizza con forza e convinzione da "Mountains", la prima traccia, per proseguire senza sosta attraverso tutto l’album, ritmo incalzante, stacchi curati, voce graffiante e riff da gongolamento. Se non fosse che, di soppiatto e senza accorgersene, le atmosfere shoegaze ed i synth sublimano il tutto accompagnando l’ascolto ad un livello più alto, più etereo, come se una mano guida ci sollevasse da terra, da "Born to Suffer" in poi il fenomeno si fa sempre più manifesto.
Farne dei paragoni a mio avviso indurrebbero in errore, i Kayleth sono i Kayleth, li possiamo solo contestualizzare sapendo che tra le loro influenze abbiamo i Kyuss o gli Orange Goblin, ma ribadisco, i Kayleth sono i Kayleth, e Space Muffin è un album che vince e convince.
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La recensione Space Muffin di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-10-09 00:00:00
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