Tra ambient e IDM, mescolando ambizioni e nostalgie.
Le ritmiche notturne che si inseguono in questo disco sono in sincrono coi nostri movimenti: lenti e riverberati, lineari e puliti, definiscono la muscolatura senza un eccessivo sforzo. L’aria si fa densa di elettronica strumentale che spinge sugli effetti per creare l’ambiente adatto a esercizi IDM, a tessiture dreamy che fanno mirabilmente pendant con le oniriche divagazioni cui ci abbandoniamo, senza regole precise, senza alcuno sforzo.
Siamo immersi fino ai capelli in acque serenamente scure mentre “Forma Fluens” s’avvita su se stessa per disegnare mulinelli sintetici, in “B Without A” siamo distesi sui tasti di un piano infinito che gira intorno al cielo e, su quei tasti, spingiamo dita e piedi e ossa per far sì che scenda un tramonto arancio che ci trafigge e schianta prima di spegnersi. Le flessioni e i piegamenti, i fotogrammi statici e le dinamiche del corpo si concentrano in suoni tanto piccoli e luminescenti da sembrare schiere di lucciole lungo una scia lunare, e corriamo con “Mosphere”, corriamo senza direzione purchè sia lontano dal presente, mescolando ambizioni e nostalgie.
“Go Far” mi svuota totalmente, è la tristezza un tempo guerriera che si fa timorosa, pigra, e non serve più ad altro se non a colorare umori altrimenti indefinibili: e così, tra sentimenti duri e spinte verso l’alto, con membra agili e il cuore a pezzi, cedo al potere ipnotico di un disco intenso.
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La recensione Empty Frame di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-07-04 00:00:00
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