Dopo un cd autoprodotto che ha riscosso numerosi apprezzamenti da parte di tutta la stampa specializzata italiana e una partecipazione a una compilation della Ferox record (unico gruppo non anglosassone a prendere parte al progetto), gli Infection Code giungono all’esordio ufficiale beneficiando di una produzione di eccellenza. Registrato ai Nadir studios di Genova con l’aiuto di Tommy Talamanca dei Sadist, “Life continuity point” si presenta come una delle opere più competenti in fatto di metal ‘tecnologico’ in Italia.
Il disco è infatti un buon compendio delle tendenze più oltranziste che hanno fatto capolino in questi ultimi vent’anni spaziando dal death-metal all’hard-core, passando per la musica industriale. Difficile citare qualche influenza in particolare, così come è difficile citare qualche brano in dettaglio; La musica degli Infection Code è sempre in movimento, alternando e sovrapponendo le più svariate fonti in una rincorsa di riff e stacchi che sembra non avere tregua. Il cd si configura quindi come una lunga suite in continua evoluzione nella quale appena è percepibile un eco lontano o una citazione, la musica cambia brutalmente direzione per seguire altre strade.
Se quindi non si può parlare di questo disco come un’opera innovativa in senso stretto, lo segnalo sicuramente come un collage molto ispirato di metal estremo, nel quale, una volta tanto, la tecnica strumentale non va a discapito dell’impatto fisco.
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La recensione Life continuity point di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-12-29 00:00:00
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