C'è grossa crisi, ma anche un po' di pop può servire a sdrammatizzare.
Com'è avere trent'anni negli anni zero? Se qualcuno se lo dovesse chiedere fra cinquant'anni, ascoltando questo disco potrebbe farsene un'idea, e sarebbe un'idea tutt'altro che rosea, oltre che piuttosto veritiera. Adulti malcresciuti che si lamentano ma non fanno poi molto per cambiare la loro condizione di eterni figli; post-post-post-adolescenti che se ne stanno sdraiati anche quando le vacanze sono finite, a imparare a memoria i palinsesti, a fare sogni su quella che un tempo si sarebbe chiamata normalità o, quando le visioni si fanno più audaci, su interviste da Marzullo e romanzi che “lo scrivo davvero, questa volta lo faccio sicuro, con soli 100 euro si può pubblicare, chiedo a mamma se me li può dare”, oppure a fantasticare su squallidi espedienti per avere la pensione prima del tempo e non ritrovarsi a morire senza aver avuto il tempo di godersela (sempre che si arrivi ad averla, una pensione).
Questo quadro di vita (a)normale dei nostri giorni non è dipinto però con colori deprimenti, anzi i toni sono spesso ironici e in certi momenti ci si può addirittura ballare sopra. Tropical-pop, anni '80, neo-beat, qualche trovata originale, come il call and response che apre l'amara “Pensione”, ma anche qualche momento di noia, dovuto probabilmente proprio ai temi ricorrenti. Forse rinunciare a un paio di pezzi non sarebbe stata un'idea malvagia.
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La recensione Le nostre vacanze sono finite di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-06-22 00:00:00
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