Un disco che, guarda, non me lo so spiegare.
Caro Sconosciuto, come cantava il Tizianone nazionale, io davvero non me lo so spiegare: mi rompi il ghiaccio con una sequela di parolacce così, per sfogarti un po’, perché sei ruock e contro tutto e tutti, poi con “Primavera” diventi un micione romantico all’approccio sul dancefloor, e in “Sempremeno” giochi la carta new wave con spudorata assenza di gusto.
Campione nazionale di lo-fi non intenzionale, col chitarrone di “Gugol” torni aggressivo, ma mi chiedo perché in ogni brano ci sia una seconda voce femminile sempre uguale e totalmente priva di qualunque emozione che i messaggi vocali dei gestori telefonici comunicano di più, e perché i suoni sembrano uscire dal passato remoto di qualcuno che non sa come metterli insieme. Chiudi con “Ex-Post” dove reciti “Ti sembrerà ridicolo aver dato importanza a cosa pensano gli altri di te”: ecco, quindi ti dico che questo disco è di una bruttezza profonda e insindacabile, ma tu non badarci. Non per nulla il tuo album si intitola “Profeta in Patria”, e si sa che nessuno lo è.
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La recensione Profeta in Patria di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-09-17 09:00:00
COMMENTI (3)
Il suo tono denigratorio è veramente fastidioso. Non dico che non debba esprimere il proprio giudizio negativo. Il suo lavoro consiste nell'esprimere il suo punto di vista e dare a noi potenziali ascoltatori dei punti di riferimento. Ma qui i punti di riferimento sembrano puri attacchi personali scagliati con un astio distruttivo che non ha a mio avviso giustificazione e non ci raccontano in modo equilibrato il disco. Le stesse cose potevano esser dette senza questo sarcasmo.
Buongiorno,
sono Federico Moi aka Lo Sconosciuto
Potrebbe cortesemente darmi un suo recapito email che le volevo scrivere?
grazie
recensione arrogante, maleducata, presuntuosa e insensata che rivela tutta la frustrazione dello sfortunato recensore...che tristezza rockit !!!!!