Un disco che ricalca un certo rock anni duemila senza però dare qualcosa in più.
A quanto dichiarato dagli stessi Area 118 nella presentazione del loro disco, il loro obiettivo è quello di suonare "un rock italiano alternativo alla musica odierna". Viene da chiedersi innanzitutto a che tipo di "musica" odierna vogliano rendersi alternativi: la scena indipendente italiana ne ha davvero per tutti i gusti, tanto da potersi perdere tra le centinaia di gruppi che propongono in qualche modo un "rock alternativo".
In ogni caso, quello degli Area 118 è un album rock come lo suonavano le band mainstream dei primi anni duemila, senza proporre novità: si passa da brani che ricordano i Green Day di "21st Century Breakdown" ("Tutta un'altra storia") ad altri che virano verso il crossover dei Limp Bizkit o dei Papa Roach ("L'altro me", "Imparerò"). Le chitarre, la batteria ma soprattutto la voce creano quell'atmosfera per cui viene naturale fare headbanging e magari pogare un po'. Tutto quindi sa di rock adolescenziale e anche i testi non sono da meno: c'è molta di quella voglia di "spaccare il mondo" tipica degli anni in cui nessuno ti capisce e nessuno ti vuole bene. Pop-rock/punk, alternative che ricalca fin troppo un certo tipo di fare musica ormai dimenticato. In particolare "Verso dopo verso", che ospita due rapper al reparto voce, è la summa di tutto quanto è stato scritto finora.
Quasi un revival, quello degli Area 118; nulla di diverso o innovativo però, che riesca a far breccia nella giungla dei gruppi emergenti italiani.
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La recensione Tutta Un'Altra Storia di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-06-25 00:00:00
COMMENTI (3)
Matteo
Noi abbiamo capito benissimo
Tranquillo come ho detto, era un commento per chi non aveva capito bene la recensione
Saluti
Mi dispiace che non abbiate capito cosa volessi dire con questa recensione: eppure credevo di essere stato abbastanza chiaro. Saluti
Faccio questo commento prima di tutto per ringraziare le persone che ci hanno scritto che l'articolo non era carino nei nostri confronti.
Comunque tranquilli, la recensione parla chiaro ed è proprio quello che abbiamo voluto fare con questo album: personalmente riteniamo la musica odierna una vera merda ed il nostro modo di essere innovativi é stato quindi quello di metterci a suonare come si faceva una volta puro ed esclusivo "rock" (cito questo genere generalizzando uno stile poi potete tranquillamente decidere voi il genere nello specifico ) come dicevo un album suonato dalla prima all'ultima nota, lasciando agli altri computer, plug-in e roba simile che permettono a chiunque di entrare in studio. La nostra musica non è mainstream e non vuole esserlo.
Detto questo saluto tutti, ci si vede ai concerti