La coscienza artistica dei Sunday Morning in Instant Lovers
Tralasciato l'inevitabile e ingombrante accostamento del gruppo con l'omonima e celebre canzone "Sunday Morning" dei Velvet Underground, la band di Cesena ha di fatto pochi punti in comune con la storica formazione di New York, se non per un'anima vintage che li accomuna alle band di quel periodo musicale.
A parte una pronuncia non impeccabile, i Sunday Morning esordiscono con "Instant Lover" in un gradevole pop di maniera beatlesiana, abbellito dai cori onnipresenti nel disco, aprendosi a un inciso che farebbe invidia ai migliori Ocean Colour Scene.
Le atmosfere di Lennon/McCartney lasciano la scia anche nelle canzoni "Away Away" e "Drifting”, dove la prima è risolta in un'apprezzabile ballata rarefatta in stile "White Album"; mentre la seconda è più ariosa, arriva con un sound decisamente più leggero grazie anche ai giochi chitarristici che accompagnano il brano, di scuola George Harrison.
Nel passaggio dai pezzi minori rispetto a quelli più interessanti, la band dimostra una buona solidità nelle fondamenta, evitando di subire particolari battute d’arresto grazie alla concretezza delle composizioni. Ed è che con un ottimo tempismo, che i Sunday Morning interrompono il filone del rock “made in England”, liberandosi così nel riff più potente di "71:43 Faith (Buffalo)", dominato dalle urla ovattate alla Iggy Pop volte a spezzare un ritmo incalzante. Il western folk si impossessa della band e arriva la ninna nanna funebre di "Broken Statues" presto rassicurata dalle ballate folk disegnate sulle slide di chitarra e dagli arpeggi finali.
Nel complesso "Instant Lovers" è un buon album, dove la consapevolezza compositiva dei Sunday Morning rende la produzione piuttosto convincente, anche se derivativa.
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La recensione Instant Lovers di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-09-10 00:00:00
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