Non c’è niente di particolarmente clamoroso che non vada in questo lavoro, tutto è dove dovrebbe essere, forse troppo.
La mole di produzioni del medesimo genere, ed allo stesso livello, che mi trovo ormai sempre più frequentemente ad ascoltare, mi costringe ad essere maggiormente selettiva nei confronti di chi insegue la scia del rock di casa nostra, cosicchè bravura esecutiva ed interpretativa non sono più sufficienti a promuovere un benchè discreto progetto.
A prescindere, quindi, da ogni valutazione accademica, quello che manca è un qualcosa che contraddistingua il gruppo (e così molti altri) non più solo dai “big” che l’ hanno ispirato, ma anche dagli “emergenti” stessi. L’ostacolo originalità si fa dunque duplice.
Il cercare una soluzione a questo problema può comportare altri inconvenienti, come la produzione di ibridi assurdi nel funambolico tentativo di contraddistinguersi. Non è questo il caso.
L’elemento che emerge è la voce solista, solida ed espressiva. Non male l’introduzione strumentale di “Uguale per tutti”.
Per il resto non posso fare altro che catalogare queste “Anime complici” tra le altre che orbitano attorno al rock “italiano”, in attesa che il percorso subisca qualche variazione.
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La recensione Anime complici di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-01-14 00:00:00
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