Pop-soul classicamente contemporaneo per un esordio di classe
“Calore” è la parola che con tutta probabilità viene più naturale associare al pensiero del Salento. Di calore, nell'esordio della leccese Sofia Brunetta, ce n'è parecchio ma - e fortunatamente, mi permetto di aggiungere - non del genere di solito banalmente correlato all'area geografica in oggetto: niente reggae e nessun segno di roba da notte della taranta.
Ci sono invece tanti toni caldi caratteristici di una musica dall'anima sostanzialmente black: arrivano dall'America “nera” le suggestioni – soul, funk, occasionali tocchi blues - predominanti, anche se non ci si dimentica del sangue europeo, nonché di una gestazione in parte canadese.
Proprio dall'estremo nord del continente americano sembrano provenire ad esempio lo spirito e il sound indie bucolico di un pezzo come “Black Little Star”, la canzone che chiude con una nota eterea un disco che scivola leggero su melodie appiccicose (provate a togliervi dalla mente "Arthur and I" dopo averla sentita anche solo una volta) ma non dolciastre. Che inizia con il tiro deliziosamente sixties dei coretti di "Low" ma riesce a non cadere nel passatismo, tenendo insieme - grazie anche a una voce espressiva e delicatamente versatile - una concezione personale e contemporanea di songwriting: sempre pop, anche quando viene a galla, come in "Golden Cage", il substrato rock o quando è l'elettronica a prendersi più spazio. Viaggiando a occhi, orecchie e mente aperti fra i continenti, fra St. Vincent e Lauryn Hill, Mount Kimbie, Joan As Policewoman e Jamie XX, Sofia Brunetta ha raccolto abbastanza souvenir da costruirci un disco coinvolgente, moderno, raffinato e, appunto, internazionale.
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La recensione FORMER di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-07-04 09:00:00
COMMENTI (1)
Brava, brava...