Irriverente disco che fa del cinismo il proprio vessillo
Antimusica è il torinese Michele Cosentino, che realizza l'omonimo "Antimusica 2015" con l'ausilio di una nuova band di musicisti. Gran parte del disco è quasi interamente acustica e raccoglie i cinque pezzi inediti realizzati con la nuova formazione, mentre i restanti tre brani sono una riedizione di lavori presenti nel precedente album. Nel complesso "Antimusica 2015" è una collezione di immagini piuttosto banali, irriverente ma ridimensionato nella veemenza rispetto al lavoro del 2011, comunque specchio della verve di Cosentino. I cinici testi di Antimusica non hanno in ogni caso mai brillato per particolare originalità, salvo rare eccezioni quali "Ho scritto t'amo sulla bamba", hit di innegabile fascino che conquista con la sua tossica spensieratezza.
Il disco si apre con "Beibe", il pezzo più lungo dell'album e che si concentra sull'esaltazione dell'italica autoironia del cantautore grazie a inseriti di testo in inglese e spagnolo. A proseguire l'apparente nonsense contenutistico di "Antimusica 2015" arriva il secondo brano, "Scusate se esisto", che con i suoi serpeggianti arpeggi ci comunica che i cani sono migliori degli esseri umani. Vabbè, poi magari migliora. E invece no, perché come terza traccia abbiamo "Cicciona Schifosa". La voce suadente di Cosentino non si scompone minimamente nel lanciare epiteti che altrove gli sarebbero valsi una ginocchiata nelle gengive e questo è il miglior complimento che si possa fare, vista la strana schizofrenia dell'autore che oscilla costantemente tra tenerezza e insulto.
"Felicità" si ascolta senza intoppi ma anche senza troppa convinzione, così come "Sushi", che durante il primo minuto fa il proprio lavoro e strappa anche un sorriso, ma alle decima volta che si sente "pagami il sushi e dopo ti strusci" si vorrebbe forse farne a meno. "Cucuzella" fa tirare un sospiro di sollievo, grazie al suo particolare mix di ska e neomelodico, tutto intento a criticare il sempreverde mondo calcistico popolato di immancabili tamarri. La chiusura di "Antimusica 2015" è malinconica e ci regala un pezzo solo chitarra e voce che dipinge uno spaccato semi-nostalgico tra cani ed eroinomani. Sul finale di "Pallino" si arriva addirittura a ricevere una telefonata da Dio, alla quale non viene data risposta. La salvezza potrebbe anche essere a uno squillo di distanza, ma chi ci crede più?
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La recensione Antimusica 2015 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-07-13 00:00:00
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