Attivi dal 2007, la band piacentina Unfaithfull ci presenta il suo secondo album dopo due anni di lavoro, uscito per l'etichetta inglese Copro Records/Casket Music. L'album è un insieme di generi e sottogeneri che vanno dal metalcore all'industrial al djent, per un risultato che vuole arrivare dritto all'ascoltatore, con una carica di energia frenetica ma supportata da una buona tecnica. Tutti i testi inoltre ci parlano di una distopia futura in cui le macchine hanno preso il sopravvento e la tecnologia è divenuta la base di una nuova egemonia dittatoriale.
Il pezzo di apertura, "Non Newtonian Ego", si apre con un intro di suoni computerizzati subito assaltato da un muro di chitarra e batteria che incalzano in crescendo; si presenta una voce che all'inizio stride e ricorda quasi i SOAD ma che in pochi minuti abitua l'orecchio alla sua foga, che non scema nemmeno nel ritornello con coro melodico dal retrogusto epic, che si contrappongono agli inserti scream e al growl di chiusura. Continua l'ascolto con il secondo brano, omonimo dell'album, e che forse ne racchiude i cardini; ritroviamo i ritornelli pacati e melodici che però sono supportati da spessi e aggressivi muri di suono; si noti infine il basso che emerge ritmando nella seconda metà della canzone. "Limited Edition Human" è un brano prevalentemente di chitarra, legato ad una voce ritmicamente cadenzata e infine arricchita da effetti elettronici e futuristici. I pezzi nel complesso mantengono assieme tutte le componenti in un suono che risulta coeso e compatto, per quanto differenziato nelle singole linee strumentali e ricco di tecnicismi. Notevoli gli ultimi due pezzi: "Ares" si apre con un intro totalmente diverso dagli altri, in perfetto stile Ade, che viene poi divorato dal suono aggressivo di batteria e chitarra regalando un suono nuovo per otto minuti di atmosfera sci-fi e fusione di generi; "The Hole" riesce a catturare da subito e ti trasporta fino alla fine dell'album in un incastro riuscito di arrangiamenti orchestrali, elettronica, trigger di batteria e riff aggressivi.
Una nota positiva per la qualità audio e i suoni così ben costruiti (l'album è stato mixato e masterizzato da Andrea Casani, chitarrista, compositore e fondatore del progetto).
Dal sapore tra il melodeath e l'industrial, "Maelstorm" è un album nel complesso ben riuscito e, per quanto si inserisca in una scena nella quale è difficile aggiungere qualcosa di nuovo, riesce comunque a dire qualcosa di suo.
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