NapoleoniRosati sono Francesco Napoleoni al piano e Paola Rosati alla voce, un duo che è puro jazz misto a cantautorato. Non annoia mai, nemmeno nei momenti tematicamente più pesanti: “L’ultimo ballo” è la solitudine della vecchiaia, lo sguardo alle spalle e la voglia di ballare in eterno, vivere fino in fondo “l’ultima scena di questa tua vita”. È pesantezza nel cuore, sono le martellate del piano sulle corde scoperte della sensibilità. Così come “Passato, presente e futuro” accoglie tutta la vita: i desideri irrealizzabili della gioventù, i tramonti su una Roma anni ’60, la consapevolezza di dover valorizzare le proprie doti e trovare il giusto equilibrio tra razionalità e pazzia. NapoleoniRosati sfruttano le proprie capacità con questo disco intriso di anni ’60 e di jazz, lanciano il loro “Aeroplanino di carta” (titolo del disco e del primo brano), come si faceva una volta con le barchette nel fiume di una città nuova. Proprio la title track è un volo lento e inarrestabile che sale e scende in base al vento (così come la velocità aumenta e diminuisce) senza mai cadere giù, è la possibilità di giocare con la musica e fare un “aeroplanino di carta i tuoi spartiti di Chopin”.
Tematicamente più importante e d’impatto è invece “Basta”, un brano che è ancora vento, stavolta di cambiamento, e consapevolezza che niente cambia finché qualcuno non si alza e dice basta, è il coraggio di farlo e di prendersi le proprie responsabilità.
Una delle migliori, insieme alla già citata “Aeroplanino di carta” è “Guarda che luna”, cover del brano che ha reso famoso Fred Buscaglione, reinterpretato ma eseguito alla perfezione e dall’arrangiamento convincente. E poi “Round midnight”, la ciliegina sulla torta, da assaporare e gustare fino in fondo. Un classico del jazz dove c’è trasporto e competenza, bella nonostante i suoi 7 minuti e mezzo. Per non parlare di “Da lunedì a dieta”, che proprio quando sembra che il ritmo stia calando ti riprende per mano e ti porta a ballare sotto una ventata d’ironia e velocità.
Allora la prova di questo duo jazz orgogliosamente romano e anni ’60 è perfettamente riuscita. Nostalgico sì, ma anche impegnato, anticonformista nella scelta di un genere poco esplorato ed esplosivo nel ritmo. Bravi bravi.
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