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La grande bellezza dei Sacri Cuori colpisce ancora

Non è poi così difficile comprendere perché "La grande bellezza" di Paolo Sorrentino sia stato accolto così bene in America e così tiepidamente - eufemismo - in Italia. Perché è un film turistico, nel senso migliore del termine. Fa vedere quello che generalmente gli americani si aspettano dal nostro paese: una Roma magica - non una magica Roma - in cui la bellezza non viene sfiorata dalla quotidianità e persino l'incubo ha il suo garbo. Una lezione di stile assoluto che si ritrova in pieno anche nel nuovo album dei Sacri Cuori, "Delone".

"È proprio vero che adesso va di moda nuovamente questo sound all’italiana, la musica italiana”, dice con accento australiano, ammirazione straniera e orgoglio tricolore Carla Lippis, voce magnifica da diva d’altri tempi e da donna d’alta classe. Ecco il punto: l’italian style ha un perché forte che emerge in canzoni che uniscono Europa, Oceania e America, lounge bar e balera romagnola, ombrelloni in spiaggia e passeggiate nel deserto. Quel gioiellino pigro e orecchiabile di “Una danza”, con la Lippis che ti prende per mano e ti promette notti di malinconia e struggimenti, descrive alla perfezione il senso di un’operazione che si rivolge al futuro partendo dal passato.

L’approccio strumentale dei Sacri Cuori a volte dunque cede il passo a una visione leggermente più regolare della musica, un po’ meno colonna sonora e un po’ più canzoni per davvero. Il pezzo che dà il titolo alla raccolta è Ennio Morricone versus Calexico, con un ritornello che arriva subito e non va più via.
“Billy Strange” è un meraviglioso brano country come avrebbero potuto immaginarlo i Red House Painters di “Cabezon”, sia pure con qualche sospiro triste in meno. Con “Portami via” la band si traveste da Ronin e si lascia andare a ciò che sa raccontare meglio: polvere ovunque, sole che brucia e strade da scoprire.
Nel viaggio di “Delone” c’è spazio a bordo anche per Evan Lurie (Lounge Lizards), Marc Ribot, Howe Gelb (Giant Sand) e Steve Shelley (Sonic Youth). E allora in alto i cuori, evviva i Sacri Cuori.

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La recensione Delone di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-05-18 00:00:00

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