Olezzo di Caporetto
Eccoli tornare, a distanza di qualche mese dalla pubblicazione del loro recente ep “Navel Gaze” e con un singolo cantato interamente in italiano, i brit poppers Newglads. Deposto l’idioma albionico a favore della lingua madre, il duo felsineo ci propone questo “Joyce”, un mid tempo dai toni smaccatamente oasisiani (come ci hanno abituati ormai da tempo) che non sposta di nulla il discorso precedentemente iniziato con il primo lavoro, “Here There Anywhere Like You”. Se da una parte concediamo loro di aver avuto l’ardire di rimettersi in gioco e provare a battere strade fuori dal “Conosciuto” di krishnamurtiana memoria, dall’altra non possiamo che restare ancorati a quanto scritto in sede di passate recensioni. Nei suoi quasi quattro minuti di durata, “Joyce” (questo Joyce) non mantiene fede alla grandezza del personaggio da cui è mutuato il titolo (quel Joyce) e buttare lì qualche nome illustre (“col senno di Freud” ragazzi, nun se po’ sentì) soltanto per chiudere la rima e fare ampio utilizzo di anacoluti, di certo non li salverà dall’olezzo di Caporetto che si respira sin dalle prime note.
Musicalmente, dovendo trovare precedenti illustri, il primo nome che balza alla mente è quello di Daniele Groff, ma, laddove il trentino era riuscito mirabilmente a sintetizzare canzone d’autore italiana con un impianto sonoro tutto british, i Newglads, molto più didascalicamente, si rifanno ai Lunapop del loro concittadino Cremonini.
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La recensione Joyce di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-06-29 00:00:00
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