Tante citazioni, musicali e non, ma tutte fatte bene.
Se uno volesse fare proprio l'ipersnob potrebbe dire che Baudelaire e Oscar Wilde sono riferimenti un po' facili, un po' adolescenziali, chi di noi non teneva “I fiori del male” sul comodino a mo' di bibbia, chi non si è mai sentito un incompreso albatro, chi non ha mai scritto citazioni di Wilde sul diario? D'altro canto, se un poeta, uno scrittore, un artista, diventa un mito qualcosa di buono l'avrà pur fatto, e poi oh, ogni epoca ha bisogno del suo Jim Morrison e alla fine l'importante non è tanto chi citi ma cosa e come lo citi.
Per esempio, se prendi una poesia di Oscar Wilde ("La Fuite de la Lune") e la canti su una base di indie-rock dai malinconici accenti midwest potresti scoprire che il vecchio Oscar sarebbe stato un ottimo autore di testi pop. Anche il baudleriano uccello dalle ali troppo grandi trova un habitat confortevolmente bohemienne nelle volute seventies di “Poet on the fly”. Il citazionismo è forte insomma, ma non infastidisce, e questi quattro pezzi dal carattere classicheggiante - più leggero e brit in “Hey Hey”, quasi prog, venato di note celtiche in “Saturday Morning” - suonano evocativi, intelligenti e non invadenti. Bravi tutti, compresi Wilde e Baudelaire.
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La recensione Every Giro Day di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-08-17 00:00:00
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