Un rapper che rincorre un poeta
Una cosa è chiara da questa collaborazione fra il poeta Andrea Soleri e il rapper Alfre D'. Con buona pace di chi è convinto del contrario e degli ottimisti figli della crisi economica il rap non può paragonarsi alla poesia: la poesia è indipendente, non ha bisogno di musica, non ha bisogno di scheletri che la sorreggano. Il rap no. Per quanto possa essere vicino a questa forma letteraria il rap ha bisogno di strumentali, di beat, di bassi, ha bisogno di una mano per essere quello che è, ha bisogno di musica appunto. Sicuramente c'è un punto di incontro tra i due mondi, in cui rap e poesia si guardano in faccia e sono così vicini che quasi si prendono per mano, questo accade dal 1989 al Nuyorican Poets Cafe o in Francia dove artisti come Grand Corps Malade ed altri slameur hanno reso popolare un genere sicuramente non immediato come lo slam. Ma questo è un altro discorso.
Fatta questa piccola premessa "Cane che padrone cerchi?" è un lavoro riuscito solo per metà. Presi singolarmente, i versi di Soleri e quelli Alfre D' si sposano bene con la parte musicale del disco (di gran classe e decisivo il contributo dato dalla chitarra e dal basso di Alessandro Cicognani), purtroppo però manca il dialogo. La poesia e il rap non comunicano come dovrebbero, non c'è uno scambio fluido e questo finisce per penalizzare l'ascolto globale del progetto. La tensione sale, scende, i tempi cambiano, il che potrebbe anche essere stimolante per l'ascoltatore ma in questo caso non esiste un ordine preciso e si finisce troppo spesso per perdere il filo del discorso e in alcuni episodi a sentirsi anche un po' annoiati. Sicuramente il caos generato dallo scontro dei due linguaggi è una cosa ricercata, e dopotutto il lavoro stesso è presentato proprio come il trionfo del caos delle parole. È mancata però una mano guida che orchestrasse i due mondi e riuscisse a farli parlare meglio fra di loro, cercando di accompagnarli verso un'unica direzione. Quanto detto trova massima conferma nella title track del disco o in "L'insicuro", le debolezze di "Cane che padrone cerchi?" sono comunque evidenti già dalla prima traccia, "Il poeta", dove il rapper passa il tempo a descrivere il poeta e il poeta invece se ne sta sulle sue a fare il poeta appunto, senza cercare un vero confronto con l'altro, con il rapper e la sua di arte.
Forse la regione di questa mancanza di dialogo è rintracciabile nell'idea di partenza. I versi di Soleri sono dei versi già scritti, sono i versi contenuti in "Folli mistici", libro pubblicato dal poeta nel 2013. Quelli di Alfre D' invece sono dei versi che si sono dovuti adattare a qualcosa di già esistente che però non poteva a sua volta adattarsi ad un nuovo contesto. Quindi è il rapper che rincorre il poeta, il contrario non avviene mai. Forse è questo il vero limite del disco.
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La recensione Cane che padrone cerchi? di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-11-12 00:00:00
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