Un album aperto a tutti, Marco Mestichella si fa collante di un suono che potrebbe mettere tutti d'accordo.
Secondo ep ufficiale, ma è come se fosse il gran debutto nel mondo discografico: Marco Mestichella rilascia "Troubled Water", un album tanto versatile quanto contemporaneo. Venuto al mondo grazie ad una campagna di crowdfunding condotta su Musicraiser, vede come comune denominatore del disco l’elettronica, ma la gamma che viene impiegata spazia in ogni direzione, merito tanto della prolifica combinazione con altri generi come il funk, il rock, il downtempo, quanto della generale consapevolezza dei propri mezzi a disposizione.
Un suono cosmopolita, rotondo e ben contestualizzato in un eventuale dinamica radiofonica, le 10 tracce che formano "Troubled Water" scorrono piacevolmente, echeggia la sensazione di trovarsi di fronte ad una sorta di “Bluvertigo postmoderno”, una new wave reinterpretata ad hoc per le orecchie di un pubblico più vasto. “Vola Via” ad esempio, la prima traccia nonché unica con il testo in italiano, ne è l’emblema di quanto appena detto: sebbene il cantato sembri essere un po’ troppo distaccato dal suono (magari è un effetto voluto in fase di missaggio), il mood creato nel complesso è maturo e ben definito, preludio a sonorità più introspettive come può essere “I Should Have Stayed Home Tonight”, oppure a contesti decisamente più solari come quelli di “Savvy Stomper”. Presenti sul finale dell’ep dei remix di brani ascoltati precedentemente, ma non c’è reinterpretazione musicale, i rielaborati seguono i dettami degli originali troppo fedelmente.
Nel complesso un ep assolutamente piacevole, scorre liscio e senza intoppi. Non mi meraviglierei se in radio passassero un brano di "Troubled Water", complice forse anche la mano del produttore inglese Joe Rodwell che ha apportato contaminazioni culturali decisamente internazionali.
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La recensione Troubled Water di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-11-24 00:00:00
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