Otto brani caratterizzati da arrangiamenti asciutti, toni minimali e una matrice poetica tipicamente blues.
"Like a rose" è un disco che ha il sapore di distese desertiche e calde, di sguardo viscerale su una realtà pronta a restituire le emozioni che sa tessere con abilità. L’intero lavoro si muove tra la voce protagonista, eterea, magnetica e a tratti impertinente di Alice Albertazzi ed il dobro ipnotico di Gianfranco Romanelli, il tutto puntellato dall’immancabile tamburello a cui si accompagnano armonica, chitarra lapsteel ed acustica.
Gli otto brani, caratterizzati dagli arrangiamenti asciutti, toni minimali e una matrice poetica tipicamente blues, sono un saggio del talento degli Alice Tambourine Lover e del principio secondo cui less can be more.
La prima traccia, "Dance floor", è una cavalcata dolce che si innesta nella spirale evocativa di strumenti e voce plasmata per percorrere tutto l’album, passando dal tocco folk di "Singing roads" e proseguendo attraverso i suoni tremanti e dilatati di "Cherry lady". In coda alla tracklist brani non meno maliosi come "Whatch it go" dalle atmosfere rarefatte.
Infine, i riverberi d’oltreoceano della title-track, con la sua struttura introspettiva e ricercata, catturano l’ascoltatore e lo conducono in una dimensione incantatrice ed onirica, consolidando così il percorso virtuoso iniziato con i riusciti "Naked songs" e "Star rovers".
Insomma, un'altra bella prova del duo bolognese, a confermare il più classico dei "Non c'è due senza tre".
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La recensione Like a rose di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-09-01 00:00:00
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