Il ritmo altalenante della Natura raccontato con timidezza e ferocia.
Molti stili e molti suoni per raccontare emozioni attraverso un genere, lo stoner, che nonostante la sua ampiezza spesso non valorizza voci come quella di Katla Hausmann, capace di essere estremamente dolce, soprattutto nelle parti melodiche (“Birta”), e al tempo stesso decisa quando è accompagnata dal ringhio distorto della chitarra di Alessandro Rubin (“Stranger On The Edge” su tutte).
Questo dualismo interpretativo, voultamente legato ai ritmi altalenanti della natura, è la chiave di volta dell’intero album, in cui i ritmi e i volumi di basso e batteria sanno essere minimali, al limite della semplice percussione d’accompagnamento, per poi, come una vera e propria marea, montare sempre più, fino a esplodere in una gigantesca onda di suono.
E proprio come il mare, il disco ha al suo interno varie increspature che un po’ si distanziano dal resto della massa d’acqua, come ad esempio le sfumature retrò di “Feeble Illusion”, dove la Hausmann si dondola agevolmente sui ritmi funk, swing e jazz disegnati dal batterista Kaio Karras. Increspature che volutamente contrastano fra loro, contribuendo a esaltare la volontà espressiva di questo gruppo padovano all’esordio assoluto.
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La recensione GROWING IN THE CIRCLES di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-10-05 09:00:00
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