Un album che lascia sorrisi estatici sulle labbra: dieci classici che non hanno finito di dire quel che hanno da dire.
Cosa hanno a che vedere i Tre Allegri Ragazzi Morti con lo swing? Se la contaminazione raggae degli ultimi anni ci aveva stupiti, coinvolti e divertiti qui c’è da restare a bocca aperta.
I classici, parafrasando Calvino, sono quei brani di cui di solito si dice “sto riascoltando” e mai “sto ascoltando” e che non hanno mai finito di dire quel che hanno da dire. Questo album è l’ennesima prova di quanto la musica e la mitologia dei TARM siano entrate di diritto a far parte del giardino fiorito dei classici.
I pezzi si dispiegano alla rilettura swing e disegnano nuove forme nell’aria, davanti e intorno a chi ascolta. Dieci brani di Storia dei TARM rivissuti alla luce degli arrangiamenti della Abbey Town Jazz Orchestra, dieci pezzi che cambiano nome per l’occasione e si vestono di un altrove leggero e intenso al tempo stesso.
In "Puoi dirlo a tutti exotica", "Primitivi del jazz", "La faccia della Blue Moon", i fiati abbracciano le ritmiche raggae/dub, dilatando i percorsi del sentire, introducendo anche passaggi più riflessivi, più blue. Gli ottoni ne "La mia vita senza rock" sono personaggi: accompagnano, sottolineano, danzano, agiscono. Con "Ai cacciatori piace il jazz", "Volo sulla mia città con la Big Band", "Signorina Rock Time", le melodie note e amate tornano con un respiro tutto nuovo, divertente, ampio, sognante.
Dolci e sicure le interpretazioni di Maria Antonietta in "Occhi Bassi serenade" e in "Il mondo prima di Elvis".
Un album che lascia sorrisi estatici sulle labbra e voglia di danzare nei piedi, occhi alla luna e capelli al vento ovunque tu sia.
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La recensione Quando Eravamo Swing feat. Abbey Town Jazz Orchestra di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-06-22 00:00:00
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