Con il demo dei Madeira ritroviamo un rock d’avanguardia e selvaggio (forse ispirato dai King Crimson?), una discreta dose di indie-rock e una propensione al testo costruito alla maniera dei cantautori. Il gruppo non a caso definisce il proprio genere un ‘rock progressivo moderato d’autore’, dimostrando l’esistenza di questi particolari incastri stilistici. Dolente e drammatico nelle sue linee melodiche, il disco assembla infatti modelli diversi.
Queste per lo meno sembrerebbero le intenzioni, ma i risultati sono al di sotto di tanti buoni propositi; il demo risente di una disposizione - più o meno costante - al lamento, passando addirittura da uno scenario elettricamente convulso a una sorta di sceneggiata napoletana (“Dis-incanto”).
Anche l’interpretazione del cantante è molto enfatizzata e sovradimensionata, il che rende l’ascolto stancante e poco agevole - tanto che in un passaggio di “21-02-01” si esagera e si arriva addirittura al limite del belato. Peccato, perché se non calcassero troppo la mano, e soprattutto la voce, alcune idee strumentali potrebbero svilupparsi bene. Ma questo a conti fatti è il demo dei Madeira, con tanta volontà in divenire ma piuttosto malfermo all’atto pratico.
---
La recensione demo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-01-27 00:00:00
COMMENTI