Contessa & the Squires THE TERRIFIC 2ndEP 2015 - Rock'n'roll, Rockabilly, Surf

THE TERRIFIC 2ndEP precedente precedente

Il secondo ep per il quartetto fiorentino, capeggiato da Contessa, con il suo rockabilly dal gusto psycho, tra pezzi veloci ed un contrabbasso trascinante

Il quartetto fiorentino presenta se stesso come una band di psychobilly, riproducendo, anche esteticamente, alcuni degli stilemi del genere: cantante donna nel ruolo di domatrice/dominatrice, maschere da luchadores messicani, riferimenti ai b-movie horror, canzoni sull’alcol, una cover sparatissima del classicone “Peggy Sue” ed un contrabbasso in evidenza e bello aggressivo.

Il disco è divertente, approccio alla produzione live, i pezzi sono compatti, brevi, trascinanti, immediati, non si perdono in autoindulgenza o orpelli, gli assoli di chitarra sono spediti ed essenziali, le percussioni sono serrate e scricchiolano a dovere. Tutto ok, tutto tra le Horrorpop (se non altro per la voce femminile), un mood vintage alla Dick Dale ed i Meteors meno garage, meno brutti e cattivi.

Ed è questo il punto. Quello di cui, invero, difettano Contessa e ad i suoi Squires è proprio quella cattiveria, quella disperazione, quel profumo –o, meglio, puzza- di strada che dovrebbero caratterizzare il genere: non si può essere psychobilly senza essere, per l’appunto, psicopatici come i Demented Are Go o malvagi come i Mad Sin o sgraziati come lo erano gli Spamabilly Borghetti o crudi e crudeli come i Bone Machine. Non basta cantare delle canzoni sulla birra, intendo dire, si rischia di sembrare –perdonate la schiettezza- anche un po’ dei chierichetti al confronto.

La strada del rock’n’roll però, lo sappiamo, è lunga se si vuole arrivare to the top, e questi ragazzi hanno dalla loro non solo l’entusiasmo e un ottimo groove di base, ma anche ampi margini di miglioramento e di ricerca della propria personalità.

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La recensione THE TERRIFIC 2ndEP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-07-30 07:00:00

COMMENTI (1)

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  • Monosprimitive 9 anni fa Rispondi

    grazie ad Antonio Romano per la recensione, giusto per la cronaca peggy sue non è una cover e non siamo un gruppo psychobilly...