Miss Fritty
Pastafari Dub 2015 - Reggae, Hip-Hop

Pastafari Dub
13/01/2016 - 09:50 Scritto da Stefano Pistore

Prove tecniche per un disco senza tempo

C'è qualcosa che sfugge in "Pastafari Dub", qualcosa che non è chiaro al primo ascolto, e nemmeno al secondo, e forse neanche al terzo. Molte volte si parla di dischi per l'estate, dischi invernali o autunnali, così come spesso si parla di album generazionali o perlomeno rappresentativi di un determinato periodo storico. Questo non può essere detto per il disco di Miss Fritty che si rifugia lontano da periodizzazioni di questo tipo. Da un punto di vista musicale "Pastafari Dub" può essere ascoltato a Natale sotto l'albero o sulla spiaggia ad agosto col cocco bello in mano senza che la sua percezione sia alterata in alcun modo. Stessa cosa può dirsi dei contenuti che potrebbero essere gli stessi cantati da una Carla Mignone a.k.a. Milly (un po' di fantasia signori) dopo la prima guerra mondiale o di un'autrice a caso dei sobborghi di Dar es Salaam nel 2056 (volendo essere pessimisti). L'amore per la musica ("Mr. Musica"), l'odio per le mafie del mondo ("Maphia") o l'incentivo a rispettare e curare i sentimenti dei nostri simili ("Give It To Them") sono tutti argomenti che non hanno limiti temporali definiti e in qualche modo sono ulteriormente cristallizzati dal miscuglio linguistico con cui hanno trovato forma, un misto che unisce dialetto barese, italiano e inglese, il che può sembrare un ostacolo a un primo ascolto ma che in reàltà esalta ancor di più i singoli concetti affrontati.

Detta così sembrerebbe che "Pastafari Dub" sia un disco senza tempo, un disco da top 10 delle classifiche di fine anno. Non è così per due ragioni. La prima riguarda senza dubbio la durata: se si escludono le relative versioni dub il disco è composto solo da sei tracce, davvero poche per sviluppare il tema centrale della donna, così come definito dal comunicato stampa che presenta il lavoro. La seconda ragione ruota proprio intorno al tema della donna e in parte è una conseguenza della prima. Seppur come dichiarato dalla stessa Miss Fritty in più interviste "Pastafari Dub" non sia un concept album, il tema della donna e della sua femminilità rimane un tema importante. Purtroppo però questa centralità non emerge del tutto: solo in tre tracce su sei si parla esplicitamente di donna e nello specifico nella title track, in "Give It To Them" e in "Kind To Be True". Il resto sono argomenti legati all'essere umano in generale che trascendono certe separazioni non solo anatomiche ma anche spirituali. Sono temi universali.
Questi i limiti di "Pastafari Dub", limiti che non ne hanno fatto uno degli album del 2015 e che in fondo fanno gridare un CHE PECCATO! più grande rispetto a questa proporzione minuscolo/maiuscolo. Peccato perché musicalmente il disco è fantastico, è curato alla perfezione e quando ascolti tracce come "Bari Dub" sembra di stare a Soho dentro Sounds Of The Universe e ti viene voglia di mangiare pollo in salsa jerk, dannazione. Peccato perché le linee di basso e i fiati riflettono davvero la femminilità di una donna, una donna che viene voglia di amare senza riserve. Peccato perché Miss Fritty sembra davvero ispirata e questo disco poteva davvero essere il suo disco. Alla fine però peccato è l'unica parola che resta da dire e non rimane altro che sperare che questi miglioramenti al microfono della ragazza di Bari siano in realtà solo un'anticipazione per qualcosa di veramente unico.

Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.