“Non conosci veramente una persona se l'hai vista soltanto una volta sola/ non conosci veramente una persona se ne hai vista soltanto una parte sola." (“Nessuno” feat. Feel)
Non è questo il caso!
La sempre più affermata crew romana Do your Thang ci propone un altro lavoro carico di sonorità, rime e tematiche. Le barre di Jekesa e la produzione di Rubber Soul quest'anno hanno dato vita a questo "Jake Blues" dimostrando continuità e allo stesso tempo innovazione. Un album ricco fin dalla prima traccia “Caricamento…”, che esordisce con un giradischi che suona un pezzo della George Scott Wood band ci è chiaro che vi sono tanti elementi presenti nel disco: citazioni, concetti, metrica e un certo gusto e attitudine per la musica andando a ricercare suoni old school campionati dal jazz, swing, reggae, rock, elettronica e dalla classica. Volevano farci vedere il loro lavoro e la loro idea di hip-hop in più sfaccettature e ci sono riusciti creando un filone capace di farci entrare sul serio a contatto con le loro personalità, il loro bagaglio culturale e la loro situazione sociale.
Jekesa reduce dallo scenario reggae e dancehall romano, avvicinatosi al mondo hip-hop, fin da subito ha mostrato a tutti le sue capacità e il suo punto di vista critico in diversi ambiti, psicologico, sociale e economico. La traccia “pReason” descrive una visione caotica e pessimistica del mondo ma allo stesso tempo cerca redenzione. In “Lara” parla della quotidianità e del percorso di vita di una donna costretta a fare la prostituta e ci mostra la gravità di una situazione del genere che ti incastra, ti distrugge ma da cui si può sempre trovare una via di fuga. "Il suo rap è puro come la Blue Sky di Walter White", ascoltate la metrica, sempre dinamica e musicale, i riferimenti, i concetti e gli incastri… merita uno studio accurato.
Rubber Soul, producer e beatmaker, qui ha proprio spaccato! Qualunque sia il tuo genere musicale preferito troverai una traccia affine ai tuoi gusti, ma ovunque si sente quel po’ di groove ideale per il genere e per il concept dell’album. Strumenti analogici, scratch, estratti cinematografici, pause e influenze assurde. Fondamentale per la buon riuscita dell’album la sua attitudine culturale e musicale: legato al mondo vintage che lo spinge a ricercare sonorità vecchie che non si sentono più così spesso, è riuscito a portare a nuova luce generi musicali dello scorso secolo, rendendoli impeccabili e assolutamente attuali con i tempi odierni. Insomma: alzate il volume e gustatevi il rap della Capitale.
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