Proprio come ha fatto recentemente Clap! Clap! con “Tayi Bebba”, “Ayin” degli Evil Twin piega gli orizzonti e unisce prospettive diverse in un solo scenario. Da questa parte del panorama c’è l’Africa, versante Marocco: strumenti caldi, atmosfere antiche o per meglio dire senza tempo, arrangiamenti sottili e di difficile classificazione per gli standard occidentali. Di là l’Europa: drum machine, elettronica raffinata, una concezione della musica come circolarità di suoni che ripartono incessantemente. Il rischio che la macchina resti impallata c’è - andiamo di qui o di lì? - ma gli Evil Twin dosano bene gli elementi in mano. “Jawa” inizia come un Gonjasufi in quattro quarti: riverberi e spiritualità più una cassa dritta che trova il passo giusto con il trascorrere dei secondi. Più ipnotica e downtempo è “Al Aan”, che punta su un contrasto ancora più accentuato tra le due anime del progetto, un po’ sul modello Akkord. “Incenso Pt. II” alza i ritmi e impone un crescendo più deciso, marchiando a fuoco un disco che lascia presagire un futuro interessante per gli Evil Twin.
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