“Silence Has Gone” potrebbe essere ascoltato in una giornata piovigginosa, di quelle che spingono a imbracciare una chitarra acustica e arpeggiare, senza una meta precisa, seduti per ore accanto al camino. Uno di quei dischi fatti apposta per ripiegarsi dentro se stessi, dove il folk, l’ambient e qualche ritmica lievemente gitana, intendono restituire il valore del tempo e del pensiero. Peccato che, dopo il primo brano “Barefoot in the Moorning”, quasi una marcia, un invito a mettersi in cammino, pur restando magari comodamente seduti accanto al camino, le tracce seguenti scorrono monotone e piatte con arpeggi di chitarra acustica senza grandi variazioni armoniche, almeno fino al brano “Hoarfrost” dove un cello e un flauto ricamano, su un arpeggio morbido di chitarra acustica, armonie leggere come piume. Tenebrosa e passionale la successiva “Untitled # 1”, la traccia migliore, che dopo un intro ingentilito dall’oboe, prende vigore e lascia nell’anima un’energia che irradia anche il corpo.
La chiusura è affidata a “Another Place”, l’unico brano cantato che, distaccandosi dalle atmosfere precedenti, ci fa fare un autentico tuffo nelle sonorità floydiane, cori compresi. Un disco intimo e meditativo, che alterna momenti di piacere a momenti di noia, ma che nel complesso non dispiace ascoltare, soprattutto dalla seconda metà.
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