Un disco per raccontare se stessi, il punto in cui si è arrivati, e il punto da cui continuare.
"Lungo questa strada / The Road We Wander" è l’ultima fatica di Tiziano Giagnoni, cantautore scafato con un congruo passato musicale alle spalle. Suono e stile richiamano una certa sonorità anni ’90 che racchiude una dichiarazione d’intenti dell’autore, il manifesto di quella che è stata la sua vita finora; eppure Giagnoni, detto simpaticamente, non sa decidersi né tra italiano e inglese (di pronuncia un po’ scolastica), né tra Inghilterra e Stati Uniti degli anni ’60, da cui raccoglie le classiche suggestioni sonore impiegate in questo disco.
Sul versante musicale, e soprattutto per la ritmica, quel suono -per così dire- retrò diventa a volte un po’ desueto, fino al plasticoso; le batteria elettroniche e il basso sequenziato (e qualche pad) sono a tratti piatti (fino a ricordare i tasti start stop fill intro end delle passate tastiere arranger); peccato non essersi affidati a un batterista e un bassista in carne e ossa che avrebbero dato maggiore dinamica, spessore e tocco umani a ciò che invece è convincente e vitale; e infatti, ciò che Giagnoni ha potuto suonare con le sue mani risulta di grande qualità esecutiva, di bella apertura. Chitarre acustiche, elettriche, slide guitar e banjo sono sorpredenti e controbilanciano il timbro sintetico di basso e batteria; stesso discorso per la cura e la pulizia di cori e controvoci che hanno un suono sempre morbido, piacevole e di godibile beatlesiana memoria. Inoltre, Giagnoni si rivela anche attento produttore, sa registrare e missare a dovere coerentemente al genere, tanto che l’ascolto risulta avvolgente sia ad un volume comodo, che a volume più spinto. Il nostro è uno che ha bene in testa i suoni delle sue sei corde, il suono di ogni brano e quello dell’intero disco; "Cammina nel silenzio" ne è un esempio, mentre "Walking in the Silence" lo è meno, pur essendo lo stesso brano cantato in inglese. Infatti non si capisce perché le versioni italiane dei brani abbiano un diverso mix; alcuni strumenti, voce inclusa, sono spostati su un solo canale; anche questa sembra essere scelta di beatlesiana memoria, che, in alcuni casi (vedi il brano citato) risulta più interessante rispetto all’omologo inglese dal solito mix ben bilanciato.
"Lungo questa strada / The road we wander" è un disco sincero, onesto, svelato, senza fronzoli e forse anche senza pretese; sembra essere lo specchio musicale del raggiungimento di un qualche status di coscienza dell’autore. Pulito, pacato, maturamente misurato, ovvero la condizione di chi è arrivato ad una diversa consapevolezza, in cui non c’è più tempo per sterili discussioni, o per interrogarsi su cosa sia meglio fare della nostra vita… le cose vengono, scivolano forse, come queste canzoni semplici che trovano la loro strada come la trova l’acqua, senza ostacoli, lasciando andare l’amore con la A maiuscola, l’amore per la vita e per una certa silenziosa sfericità orientale. Il riferimento è rivolto ai testi, essenziali, esistenziali ma scevri da zavorre o inutili complicazioni. Chi si oppone alla corrente è scollato da se stesso, sembra dire ogni testo come un padre che parla al figlio, in uno stile che tende al flower power di "Mother Nature’s Son".
Namastè.
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La recensione Lungo questa strada/The road we wander di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-09-07 00:00:00
COMMENTI (5)
play.spotify.com/album/1bfZ…
Grazie a te, in effetti ho controllato in cuffia anche io e hai ragione, le versioni italiane sono più spostate a sinistra, ti allego il link su Spotify così senti la differenza anche perché a me piace la simmetria, contrariamente a te, e dopo aver lavorato mesi per ottenere il miglior equilibrio possibile (per me ovviamente), mi scoccia che qualche "baco tecnologico" abbia generato questo problema,
un sorriso
Ciao Tiziano,
ho ricontrollato perchè le tue parole sono così convinte che hanno generato in me il dubbio.
Ho cambiato cuffie, ho ascoltato da pc diversi e anche da cellulare e...niente, dal mio account le versioni inglesi e italiane caricate su rockit hanno posizionamenti nel pan totalmente differenti; ma voglio assicurarti che, quand'anche fosse stato da te voluto, non lo ritengo affatto un punto a sfavore, anzi, l'ho trovato interessante e mi sembrava il caso di rilevarlo.
Sono invece contento di essere contraddetto sulla questione basso, sì forse troppo preciso, o forse la batteria (dove è più riconoscibile) "tira la plastica" anche sul quattro corde.
Questione Beatles (e dintorni, ovviamente)... è stato un bene che tu non ci abbia pensato, ma si sente che ce li hai dentro :)
Grazie anche a te, soprattutto per l'energia che ci hai messo dentro e per la tua onestà.
Ad maiora.
Ciao Antonio, scusa il disturbo, ma ho ascoltato i brani qui sopra, quindi presumo gli stessi files che hai ascoltato tu, e le versioni dei mix italiano e inglese sono sono identiche.
Come ripeto ti ringrazio per la recensione, anche se ho notato delle imprecisioni, ma mi sono messo nelle mani della "critica" e da buon musicista, accetto quello che i "critici" pensano del mio prodotto, buona serata. Aloha and Mahalo
Ciao, grazie per la recensione. Molto pacata e oggettiva, anche se, come autore e soprattutto come "self made mixing" , vorrei comprendere meglio il perché dici che il missaggio in italiano è diverso da quello in inglese. Forse qualche errore nella trasmissione dei dati. Posso garantirti che la voce, sia in italiano che in inglese, è sempre al centro, e non c'è nessuna differenza nei missaggi del resto degli strumenti. Controllerò meglio, o meglio farò controllare dal tipo che li ha messi in rete. Sul CD è così, ma mi sembrava che anche sui vari negozi on line, i brani fossero stati caricati allo stesso modo. Mi spiace, non era nel mie intenzioni. E' vero la batteria elettronica, effettivamente presa da una tastiera arranger, può sottovalutare il lavoro. Ma il tutto era nato come un gioco e non mi aspettavo di arrivare a stamparlo etc. Sui bassi invece devo contraddirti, perché sono stati suonati "dal vivo" tranne sulle tracce 7 e 10, dove c'è un basso sintetico suonato da me con la tastiera. Forse sono troppo precisi? Ed è anche vero che i Beatles sono stai i miei amici da sempre, ma non ho pensato a loro mentre facevo i cori. A parte queste piccole delucidazioni, il resto della recensione lo trovo onesto e azzeccato. Grazie ancora, tiziano giagnoni