Sebastiano De Gennaro All My Robots 2015 - Strumentale, Sperimentale, Alternativo

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Un lavoro che prende posizione e fa prendere posizione: o ti piace o ti fa schifo. A noi piace.

Bozzetti di canzoni mai nate. Esperimenti a metà tra avanguardia colta e sberleffo electro-dadaista. Esercizi di stile folli e un po’ zappiani. “All My Robots” di Sebastiano De Gennaro è tutte queste cose messe insieme. È infatti un lavoro che prende posizione e che fa prendere posizione: o ti piace o ti fa schifo. Ma dove vuole andare a parare Sebastiano? Lui che è un percussionista dalle tante collaborazioni e dal talento che non si discute, che intenzioni ha?

C’è la ricerca continua del colpo a effetto, del cambio di registro repentino. “Zeiss Telescope” va di pianoforte e sembra di vedere un mondo stralunato e fuori tempo massimo, buono per un episodio di ”Ai confini della realtà”. I cinque atti di “Musica ricercata” - in scaletta con numerazione sballata - mettono sul piatto ritmi più decisi e distorsioni a tratti incontrollate. Si sente pure un bolero sepolto da arrangiamenti inferociti e svisate eccentriche. Insomma, quasi un Bologna Violenta - beh, più o meno - alle prese col Game Boy (o con l'iPhone). Poi c’è “Ultra Taro II”, che sarebbe una colonna sonora perfetta per cartoon sci-fi giapponesi che finiscono male. “All My Robots” è dunque un disco molto interessante, con un'idea di fondo che riesce a filtrare pur nell’eterogeneità della proposta. D’altronde se Isaac Asimov è la stella polare di De Gennaro, da qualche parte si andrà senz’altro a parare.

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La recensione All My Robots di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-08-31 09:00:00

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