Tre canzoni riuscite (una un po' meno) in attesa dell'album vero e proprio
Quattro canzoni non bastano certo per inquadrare un artista né tantomeno le sue potenzialità, ma tant’è. “Eppur si muove” non parte nel migliore dei modi e, per un ep di sole quattro tracce, significa iniziare da subito ad allontanarsi dalla sufficienza. Ma L’istrice, dopo essere caduto, si rialza più forte di prima con “La farfalla blu”, forse il miglior pezzo del disco. Se ad un primo ascolto la voce di Cris potrebbe risultare fastidiosa, ruvida, sporca - e di fatto lo è - una volta metabolizzata si trasforma improvvisamente nel punto di forza del trio rovigino: diventa così la cifra stilistica che rende le canzoni riconoscibili e apprezzabili.
Gli arrangiamenti sono per lo più acustici e lo-fi, in linea con l’attitudine vintage della linea vocale. Difficile individuare influenze e punti di riferimento espliciti: l’unico possibile accostamento, fatte le dovute proporzioni, è con Rino Gaetano (già citato nella nostra recensione del disco d’esordio), per il tipo di voce e il modo in cui viene utilizzata. Degne di nota sono anche “La luna in tasca” e “Tabù”. Quest’ultima, poi, è l’unica a discostarsi un po’ di più dalle altre per genere, ritmo e strumenti utilizzati, segno che (trattandosi di un’anteprima di un lavoro più ampio) in futuro L’istrice potrebbe inoltrarsi verso nuove strade inesplorate.
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La recensione EPPUR SI MUOVE di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-11-09 00:00:00
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