Facciamo finta che i generi musicali siano delle roccaforti chiuse da mura invalicabili e che non ci si possa muovere al di fuori di esse, e che se suoni o se ti piace una cosa devi startene lì nella tua, al massimo guardare cosa succede in quelle più vicine. C'è qualcuno che vede davvero il mondo in questo modo. Immaginiamo adesso che ci sia vita fuori dalle mura. Cosa succederebbe? Probabilmente si vivrebbe fuori dalle regole, arricchiti da visione panoramica e libertà di movimento, e tutto il suono che arriva da roccaforti anche lontanissime fra loro potrebbe venire mescolato, in questa zona franca che è sicuramente il posto dove ci si divertirebbe di più.
I Syne arrivano da un luogo del genere, una linea di confine su cui hanno scelto di camminare rubando immaginari sonori agli anni settanta e ottanta, all'Italia e all'Inghilterra, al prog, all'elettronica, al metal, mettendo su un castello di pezzi sontuosi e virtuosi come oggi se ne sente di rado. Virtuosi ma, nota molto positiva, non pretenziosi (non regolarmente almeno: un paio di scivolate nel prog più estremo e datato ci sono), ascoltabili e apprezzabili anche dall'orecchio meno avvezzo a certi tipi di sound, in parte per il cantato che non è mai forzato come succede in ambienti sonori del genere, e soprattutto perché, appunto, lo sguardo non è fisso su un mondo privo di storia, evoluzione e intersecazioni, e così gli intrecci di voli classicheggianti mutuati dal prog, aggressività metallica, glacialità elettronica e cupezza dark non sono pesanti o fuori luogo, e ne fanno un disco non facile ma che potrebbe piacere a un pubblico più vasto di quello che si potrebbe pensare.
Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.