Ora tocca a L'Opera di Amanda tirare i dadi, perchè è un gruppo che può vincere facile.
Per quanto poggiati con le spalle alle figure dei loro ipotetici beniamini (a volte un paragone si autoimpone, per scrittura e canto), e per quanto questi tre ragazzi attingano a piene mani dalla quella stessa fonte, L’Opera di Amanda è gruppo che convince.
Convince perché c’è una bella idea di produzione dietro i loro pezzi. Chitarre decise, espanse e cremose, basso grosso ma mai invadente e batteria in faccia. Parti scritte con grande cura e spesso con grandi guitti di originalità. E di momenti degni di nota ce ne sono parecchi: l’andamento e il disegno del charleston della batteria suonata da Lettieri di “Profumo”; gli accenti continuamente spostati sul finale (che si sgretola) di “Logopatia”; la bella mano di Gottardi sulla originalissima parte di chitarra nel super tirato “Arsenico” e i suoi imprevedibili cambi dell’andamento della batteria (il più originale); il ritmo serrato di “L’efflusso”, un bel pezzo in ¾, con una melodia distesa e inizialmente rilassata in cui si apprezza il suono molto personale del basso della de Giovannelli; e infine ancora la bella performance di tempi dispari di “Caos nel silenzio”, dove l’iniziale atmosfera cimiteriale ed espansa della chitarra cede il passo ad un’aggressività più asciutta nei suoni, le chitarre sono aperte alle estremità del panorama stereo e ciò le porta sul proscenio della linea d’ascolto, fino ad un finale apocalittico e tellurico.
In questo gruppo, che si lascia andare a parti strumentali e a finali ben studiati ed efficaci, c'è molto di più dei loro chiari riferimenti, quindi niente di male a lasciarsi ispirare da essi e dare alla luce cose belle, perché non è facile affato, anzi, è parecchio rischioso. Ma, se quei riferimenti sono considerati solo come punti di partenza, allora conviene tirare di mano propria i dadi del futuro, perché la scommessa è già vinta.
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La recensione Chimere di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-10-01 00:00:00
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