Quello degli Urban Strangers è un disco per pochi
Gli Urban Strangers, freschi di apparizione televisiva in quel di X Factor, prima di proporsi a suddetto talent show hanno dato alla luce un ep omonimo, che si distingue per essere un concept al cui interno vengono raccontate storie di quella che è la nuova popolazione del mondo: gli “stranieri urbani”, vagabondi, senzatetto, protagonisti abituali di sciagurate storie riportateci quasi quotidianamente dai telegiornali.
Scopo del progetto è quello di unire in un unico flusso i caratteri comuni di diversi generi musicali, come pop, rap e soul, cercando di raggiungere un suono fresco e nuovo. Il risultato di questa velleità sono cinque brani (sei comprendendo l’acoustic version di “Last Part”) che spaziano dall’acustico ad accenni di elettronica, passando per pop e rap appunto, alcuni dei quali molto targettizzati.
“Should Envy Us” colpisce per la tensione che, attraverso un suono electro, diventa palpabile ogni secondo che passa, grazie anche all’aiuto di una batteria incessante. In “Urban Stranger” invece i due musicisti riescono nel loro intento: il brano infatti spazia su più fronti stilistici, presentandosi come un pezzo maturo e carico di significato. Mettendo da parte i due precedenti, ciò che si può dire dei restanti brani invece è che si siano estremizzate sonorità e stili superando forse un certo limite non scritto. “Empty Bed” è una traccia piena in cui si ha prova delle abilità canore dei nostri, ma con un ritornello troppo pop per essere sincero. “White Wood”, caratterizzata da arrangiamenti minimali, sembra essere stata estratta da quei musical Disney tanto in voga anni orsono. Mentre in chiusura di album (e in apertura) “Last Part” presenta un cantato rap con un inglese incomprensibile nei primi 25 secondi, che sia su base acustica che su base elettronica, ti lascia qualcosa di dilettantistico in bocca.
La bravura tecnica e canora e il buon gusto degli Urban Strangers sono innegabili, ma quello presentato è ancora un lavoro in essere, destinato a un pubblico di giovanissimi che ascolta musica per giovanissimi. La stessa giovanissima età che può garantire ampi margini di miglioramento.
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La recensione Urban Strangers di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-09-22 06:00:00
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