Tre musicisti e tre pezzi: catarsi anatomica attraverso la rabbia
L'esordio discografico dei Tre Chiodi è un ep autoprodotto dal titolo "Tre pezzi", al cui interno si trovano per l'appunto i primi tre brani registrati in casa dalla band di Padova. Il trio propone una serie di canzoni tirate d'ispirazione stoner, con marcate sfumature grunge, caratterizzate da una voce che si fa sempre urlo, anche quando tiene il volume al minimo. I testi e il mood sonoro dei Tre Chiodi esprimono una rabbia difficile da camuffare e che emerge in tutta la sua veemenza fin dal primo brano, "Anche".
L'ep è caratterizzato da altrettanti titoli dedicato a parti del corpo, due delle quali intrinsecamente legate all'articolazione della parola, alla comunicazione, attività che sembra occupare buona parte dei pensieri della band, che fa di "Tre pezzi" un mezzo di catarsi. Sia in "Denti" che in "Lingua" si trovano continui riferimenti all'anatomia, che danno ai testi un omogeneo carattere metaforico. Chissà se i Tre Chiodi andranno fino in fondo e realizzeranno un concept album. Per il momento regalano un trittico di canzoni adirate, potenti e ben studiate.
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La recensione Tre Pezzi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-11-17 09:30:00
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