Folk rock con venature di pop elettronico, un disco eterogeneo e valoroso nella sua autenticità.
"Testoni" è il secondo album della band cuneese Los Refusè, un disco dalle sonorità tutt'altro che scarne, dove il folk diventa brit-pop e il pop elettronico macchia il rock creando ibridi strani, ma piacevoli.
Dodici canzoni eterogenee ma con un filo conduttore abbastanza chiaro, che alzano l'asticella rispetto al precedente "Run rebel rabbit run" del 2013. Dopo circa sette anni di attività i Los Refusè raggiungono una maturità sonora credibile, spostano la cifra stilistica del loro comporre verso una cura dei dettagli più marcata, ogni brano infatti è un crescendo di piccole scoperte, le chitarre hanno la duplice funzione di ingrassare il suono e di puntellarlo con piccole note acute ed effettate, la ricerca delle atmosfere è tutto.
Nei testi molte metafore e storie surreali, non sono certo il punto di forza dei questo album che regge il suo baricentro sulla ricerca di una forma canzone articolata e potente: tastiere che caratterizzano le tracce con brevi motivetti spezzati ("Mare d'erba", "Il pesce di Carlotta"), ritmiche stabili e delicate quando serve ("Guardarsi dall'alto", "Tuo padre alla tua età"), effetti scelti con cura per dare colore ai brani, tutto questo buttato in un impasto che lievita a poco a poco, non arriva subito, serve qualche ascolto in più.
Talvolta vicina agli Embrace, talvolta ai Black Crows, questa band di sette elementi ha trovato il modo di farsi notare, senza la smania di strafare ma trattando ogni canzone come se fosse la più importante del disco, non ci sono infatti vere "hit" nella tracklist, si ascolta tutto dall'inizio alla fine e la cosa ha una senso. Non è sempre scontato riuscire nella coerenza e nella valorosa semplicità.
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La recensione TESTONI di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-10-02 09:45:00
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