Avevamo lasciato Milorad GD con la speranza che sfornasse altre belle canzoni correggendo alcuni momenti troppo salmodiati del suo precedente ep.
Nel secondo ep dato alle stampe nello stesso anno, Milorad sembra averci lavorato e firma ancora una volta quattro brani che sono semplicemente belli. Se l'asse sonoro non è stato spostato dal cantautorato folk di stampo americano, come si intuisce da “In the desert”, questa nuova attenzione agli arrangiamenti fa brillare “Flashing skies”, dove le chitarre risuonano di rock e la voce punta deliziosamente verso l'alto, lo stesso dicasi di “Neon eyes”, dove la parte ritmica si fa più rocciosa e tra le frasi melodiche risuona ancora Neil Young, con un tocco springsteensiano. L'ep si chiude con “Patrick.”, un delicata ballata arpeggiata.
Se nel primo ep l'aurea sacrale portava a una visione quasi religiosa, “Flashing skies” sembra riportare invece lo sguardo su questioni più terrene, legate a un mondo intimo ed emotivo, in cui le immagini del quotidiano sono sublimate tramite l'espressione di sentimenti reali, percepibili nella pelle. L'espressività di Milorad GD, con quel suo modo di cantare incerto, rispecchia tutta l'urgenza comunicativa del suo autore. Teniamolo d'occhio perché lui è uno che sa far emozionare davvero.
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