Band all'esordio che, in parte, si rivela promettente. Però è ancora presto per dirne benissimo.
Era da tempo che non mi imbattevo in una band agli esordi capace di conquistare, fin dalle prime note, il mio interesse. In realtà anche la ragione sociale scelta e la copertina in tema hanno provveduto a stuzzicare subito la mia attenzione, senza però fornirmi indicazioni che svelassero in qualche modo il genere di riferimento. Non rimaneva quindi altra scelta che affidarsi all'ascolto di queste 6 tracce, probabilmente il numero perfetto per chi si affaccia oggi nel mondo della discografia.
A conti fatti, di canzoni interessanti ce ne sarebbero anche meno di mezza dozzina, ma rischieremmo di essere ingenerosi. Il problema principale è in realtà relativo alcune scelte stilistiche, ad esempio quando su "Dove andrai" si buttano a capofitto su uno schema grunge appesantito da una pessima interpretazione vocale. Va leggermente meglio nella successiva "Perderò", dove alla prima voce si affianca una seconda (femminile) a dare un tocco particolare.
Le cose buone accadono sostanzialmente nella prima metà del lavoro, dove sia la prova vocale che gli arrangiamenti ci paiono superiori al resto. Innanzitutto funziona bene il falsetto, che ben si coniuga con atmosfere idealmente vicine all'universo Radiohead (quelli delle ballate più che altro). Anche qui, qualcosa gira benissimo ("Vento", "Idoli stanchi"), mentre qualcos'altro non convince appieno ("Tu che"), nonostante certi passaggi strumentali davvero azzeccati.
Devono ancora lavorare molto per cercare una propria personalità e per evitare certi spigoli inutili. Forse è ancora presto per decidere cosa vogliano fare da grandi, ma attendiamo fiduciosi il prossimo passo.
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La recensione ep di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-09-25 09:30:00
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