Nonostante sia all’esordio discografico, questo progetto proveniente dalla provincia toscana riunisce musicisti di navigata, e direi anche importante, esperienza: il chitarrista Alex Leoni ha girato il mondo suonando e promuovendo il blues; il bassista e cantante Giovanni Placidi, oltre alla carriera solista, ha fatto parte di varie band di culto del panorama underground italiano, tra cui gli Strange Flowers; il batterista Vladimiro Carboni vanta collaborazioni rilevanti, in ambito soul e acid jazz, con Amy Winehouse, con il James Taylor Quartet e con gli Incognito.
Il trio è dedito e devoto alla più grande passione, e crocevia delle carriere musicali, dei suoi componenti: il blues elettrico, ampiamente influenzato da declinazioni british. L’ep, composto da cinque brani, infatti, predilige viaggiare sui binari rilassati del blues inglese di fine anni ‘60, richiamando i Bluesbreakers di John Mayall (“Back To Me”), suggestioni psichedeliche e atmosfere dilatate (“Monday, oh Monday” e, soprattutto, la bellissima “Everybody Wants”), fino a sferzate nei territori più duri, ma mai hard, che contrassegnavano il sound di gruppi come Humble Pie o i Foghat (“Fog In My Brain” e “Through the Backdoor”).
Un lavoro personale e sincero che, pur tributando la tradizione del blues, non dimostra certo di farsi imbrigliare in termini di creatività, dando, invece, ampio spazio alle individualità ed alle esperienze pregresse di ogni singolo componente del trio.
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