Lu professore, monumento, memoria storica e maestro che indica la via
Il bello degli artisti solidi, con una lunga carriera alle spalle, che hanno fatto grandi cose e che si sono guadagnati negli anni il rispetto di chi è venuto con e dopo di loro, è che non ci sono ambiguità: si ha il diritto, da ascoltatori, ad attendere conferme; hanno il compito, loro, di non deluderle. O quanto meno di aggiungere qualcosa a quanto già detto, nel lungo libro di autorevolezza che dovranno lasciare ai posteri. Treble con questo secondo disco non è ambiguo per nulla: tutto è chiaro, a partire dalla copertina, scorrendo i titoli. Ha voluto firmare quel libro di autorevolezza che sta scrivendo, con un affresco della musica della sua Terra, la stessa che stringe tra le mani. Non più solo reggae ("Vampiri e parassiti", "Respiro") ma anche la tradizione della canzone italiana con "La sveglietta" di Domenico Modugno, fino al crossover con vocoder di "La resa dei conti". Nel mezzo le parole attualissime di Treble, tra cui l'intervento anti-TAP di "Aria" e le classiche dichiarazioni d'amore per una Terra che deve tanto alla terra, la stessa terra che quest'estate portava via i braccianti costretti a lavorare come schiavi per i caporali.
Per questo suo essere un classico, alle orecchie dei più giovani potrà sembrare superato, e ci vuole una certa maturità per poterne apprezzare il messaggio al di là dell'espressione strettamente musicale, che presenta un gusto piuttosto retrò (Treble è probabilmente l'ultimo in Italia ad usare la dissolvenza alla fine dei brani). Lu Professore si fa accompagnare da tanti musicisti e interpreti giovani provenienti anch'essi dal Salento, che spesso si prodiga per produrre (come è stato in passato per i Boomdabash); ed è questo l'aspetto che fa di Treble un vero e proprio monumento di questo genere di musica italiana, in cui convivono il Treble memoria storica che si esprime nelle sue composizioni musicali così ricche di tradizioni, e il Treble Maestro, che con i suoi insegnamenti indica la via a tutti i giovani destinati a innovare queste tradizioni.
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La recensione TerraMia di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-11-19 10:00:00
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