Baba SissokoThree Gees2015 - Blues, Afro

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Un suono analogico e corposo che arriva con calma sotto pelle e che pare sia sempre stato lì, ad aspettare il richiamo.

Non serve aver visitato il Mali per immaginare che con la Calabria abbia poco a che fare, giusto? Eppure c’è qualcosa che unisce questi due luoghi come mai si sarebbe immaginato. Partiamo dall’inizio: Baba Sissoko, afro-calabrese classe 1963, vive in Italia da moltissimi anni e da ancor più tempo scrive canzoni. Il suo non è esattamente un passatempo qualunque: viene da un’importante famiglia di griot, cantori malesi incaricati di tramandare storia e tradizioni, messaggi e valori. Impara la musica dai nonni, la pratica con i genitori, la tramanda ai figli.
È così che nel 2015 nasce “Three Gees”, ultimo album di una discografia che ne conta più di 20 (senza considerare le collaborazioni con Buena Vista Social Club, Ali Farka Touré e l’Art Ensemble of Chicago, tra le altre) e che prende il titolo proprio dalle tre generazioni coinvolte nel disco: la sua, quella di sua madre, e quella di sua figlia. “Three Gees” ha un sapore indubitabilmente africano: le voci di Baba e sua madre, che aspra e antica dispensa consigli di vita nella sua lingua natia, si mescolano a quella fresca e guizzante di sua figlia Djana, accompagnate dai ritmi sincopati della musica tradizionale maliana. D’altra parte però (anche per merito della produzione di Luca Sapio) il disco di Sissoko riesce a scavallare i confini e arrivare dall’altra parte dell’oceano, mescolando blues (che poi è africano, si sa), jazz, funk, soul e psichedelia, fino ad ottenere qualcosa di assolutamente originale e genuino, un suono analogico e corposo che arriva con calma sotto pelle e che pare sia sempre stato lì, ad aspettare il richiamo giusto.
Ma non si può parlare di questo lavoro senza menzionare i testi delle canzoni, o meglio i messaggi in esse contenuti: il griot maliano canta di come sia necessario allontanare le persone negative, dell’importanza fondamentale della calma e della lentezza, della famiglia e dei bambini. Tutte cose che sembrano banali e scontate finché non arriva qualcuno a cantarle con questa sincerità. E Baba è arrivato, conviene dargli ascolto.

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La recensione Three Gees di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-07-06 10:28:00

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