Il titolo dell'album dei La Governante, "La nouvelle Stupéfiante", è ingannevole. Non si tratta infatti di quella musica retrò, demodè, patinata e sofisticata, ma di quella scura, a tratti tagliente, ricoperta da una nebbia fitta fitta che impedisce quasi di vedere chiaramente cosa abbiamo intorno.
Sovente si odono echi e riflessi di certi brani dei Beach House, come "Dèbâcle", cristallizzato e misterioso con le chitarre che si fanno ora più ruvide e sporche -sempre stendendosi su un pavimento oscuro- ora riverberate e distanti, o "Noi surreali", dalle inaspettate morbidezze synth pop che esplodono in muri altissimi di chitarre shoegaze, o ancora "Di profilo", a chiudere il disco con un misto di delicatezza, mistero, gentilezza, malinconia e stretta al cuore, tutto ciò come fosse una potente epifania sonora. Le coordinate girano poi dalle parti dei Tante Anna, con quell'intreccio mistico e tirato di chitarra-basso, come nell'iniziale "Finché puoi tu balla", con una chitarra grezza che si schiude dal silenzio più profondo, solo lei e nessun altro, fino all'entrata di un basso ampiamente protagonista della scena che prende a braccetto un synth surreale e le atmosfere oscillano fra la new wave e il post rock, cambiando velocemente direzione non appena senti di averle afferrate. La band si avvicina anche alle sonorità degli Young Widows, come in "Cartoline", che parte quasi in sordina per poi irrigidirsi tutto d'un fiato in un tripudio di chitarre zigrinate e riff trivellanti, fino a planare su orizzonti più ovattati, come in "Illusi per niente", che si prende i suoi spazi più lentamente, cullando in ampie divagazioni dettate da bassi pulsanti e fluttuanti che si rilassano in architetture distese, o "Le scimmie sulla chiena", dove beat oscuri e asfissianti calcano la mano pesantemente con ritmi più sostenuti e schiaccianti.
È notevole come questa band sia riuscita a miscelare così tanti generi e ispirazioni evitando l'effetto calderone sonoro, e questo fa di "La nouvelle Stupéfiante" uno dei dischi più interessanti degli ultimi tempi, ricco di immagini evocative e cromature diverse, da quelle più energiche e fredde, a quelle più vaporose e calde. Una prova davvero ben fatta che non si limiterà a colpire nell'arco di un ascolto, ma che sicuramente si farà desiderare nel tempo.
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