Quello dei Traum Jesters è un synthpop ombroso e piacevolmente macchiato di rock ma oltremodo penalizzato dalle molteplici influenze motrici.
Fisiologico debutto su ep per prendere le misure, quello dei capitolini Traum Jesters, ormai già proiettati al loro primo full-length in uscita proprio in questi primi giorni d’autunno. Claudio Saracino, Pierpaolo Lucchesi e Eugenio Zazzara assemblano sei brani di ombroso synthpop macchiato di rock alla disperata ricerca di una cifra stilistica che però, al momento, sembra ancora latitare, visto il sovraccarico di spinte motrici.
Ingombrante lo spettro dei Depeche Mode nei suoni e nelle aperture melodiche di “Enter the dreamscape”, sotterranee citazioni kraftwerkiane serpeggiano in “Lust is the only way”, più radiofoniche frequenze di scuola Hurts tonificano “Jack in the box” e “You scare me”, “Ruthless valor” – l’episodio migliore del lotto – riverbera gli Ultravox johnfoxxiani di fine ’70 mentre la conclusiva “Janus bifrons” si dissocia, curiosamente, da tutto il resto con la sua velata "psichedelia indiana" di derivazione Kula Shaker.
Un’identità stilistica, dunque, ancora tutta da inventare, vivacizzata qua e là da una timida dancefloor, certo, ma visibilmente penalizzata da una vocalità col freno a mano tirato.
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La recensione Traum Jesters Ep di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-10-27 09:15:00
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