Un progressive che spazia attraverso diversi generi, ma senza particolari guizzi.
Album decisamente progressive, questo “Mea culpa” dei prototypeLAB, nel senso etimologico del termine: ovvero di aperto alle più disparate influenze: la opening track si caratterizza per un arpeggio di chitarra memore della lezione di Andy Summers dei Police, che tutto sono tranne che prog; “Metta Sutta” sterza in più occasioni verso il metal; “The Pebble in Far Marsh” slitta verso il grunge degli Alice in Chains, complice anche la timbrica delle voce del cantante Andrea Fenili, che a tratti ricorda quella di Layne Staley; “Seagulls are flying” si apre con un piano liquido che ricorda, al meglio, certe cose di Yann Tiersen e, al peggio, altre di Giovanni Allevi.
I prototypeLAB riescono a slalomare tra le varie influenze usandole come spezie per insaporire le proprie portate, estremamente curate come dimostra anche la pulizia e la varietà dei suoni (specie della chitarra). L’ombra dei Dream Theater è lì, ma occorre dire anche che, a mio avviso, il disco scorre senza particolari guizzi. Sarà per la prossima volta?
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La recensione Mea Culpa di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-10-16 09:45:00
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