Viva l'immediatezza, quando i giri di parole e le ampollosità arrivano ad un punto tale da stancare; la recensione dell'omonimo ep (o meglio, dell'assaggio discografico) dei My Cruel Goro parte necessariamente con questo preambolo, elogiando la brevitas caratterizzante la prova d'esordio di un power trio nato fra Reykjavik e l'Italia.
La produzione firmata dalla londinese Hermana PR raggiunge i dieci minuti scarsi, ma tanto basta per farsi un'idea coerente della band, declinata nei termini di velocità, potenza e dinamismo; fin dalle prime note di “Clash” è tutto molto chiaro: il sound pettina che è un piacere, un po' stoner ed un po' garage finendo per somigliare agli svedesi The Hives. Ritmiche serrate introducono la successiva “Crapford”, molto più melodica e finalizzata a sfruttare le aperture catchy di riff e ritornello. La conclusione è affidata a “Glue Buzz”, la cui coda strumentale lascia assaporare l'attitudine live del gruppo, sicuramente un pregio su cui puntare forte.
L'impressione è positiva, e sembra esserci attitudine artistica molto più europea che meramente italiana: se proprio bisogna trovare un nervo scoperto, senza note informative a portata di mano sembra di avere a che fare con un disco alt-rock di metà anni zero. Non è una semplice critica, quanto piuttosto uno stimolo a ponderare (e sviluppare) con originalità e innovazione le idee musicali che di certo non mancano ai My Cruel Goro: questo esordio è divertente, ben suonato e prodotto ancora meglio. L'assaggio ingolosisce, aspettiamo le portate più abbondanti.
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