Buon debut-album screamo che non disdegna un’anima melodica.
“What Was To Be Known” - debut-album dei Deaf Autumn per la genovese This Is Core – farà senz’altro la gioia di tutti gli amanti dello screamo e dell’hardcore. La convinzione che il disco d’esordio del trio di Frosinone avrebbe avuto un impatto maggiore se solo pubblicato nel 2005 e non nel 2015, non sminuisce certo il buon lavoro realizzato dalla band.
L’apertura di “What Was To Be Known” è già di per sé un bel biglietto da visita: la sequenza “Nightmare” – “Get Inside Of Me” – “This Is Skin” è una terzina vincente, capace di svelare in maniera più o meno precisa le coordinate di riferimento dell’album. Ciò che caratterizza maggiormente la cifra stilistica dei Deaf Autumn è un continuo altalenare tra incursioni scream e un nucleo più spiccatamente melodico, così come evidenziato dal cantato complementare. Le due anime diverse convivono pacificamente all’interno del disco, intrecciandosi di continuo e lasciando pensare che il gruppo si sia fatto influenzare non poco da artisti alla stregua di Atreyu o dei primi Avengeld Sevenfold.
Nonostante la versione dei Deaf Autumn sia in alcuni casi più morbida della linea citata (vedi “Nobody” che sembra quasi evocare degli arrabbiati Sum 41), “What Was To Be Known” è un piacevole cazzotto nello stomaco, di quelli che ci si aspetta di ricevere da un disco del genere. Buona parte del merito, in questo caso, va al batterista e “Cold”, ne è l’esempio lampante: quella che avrei definito come la canzone più debole dell’album (e non per l’inaspettata parentesi della chitarra acustica), riesce a salvarsi in calcio d’angolo con una piacevole sessione ritmica. Il primo impatto con i Deaf Autumn è sicuramente positivo: la sfida del secondo disco, però, sarà quella di imparare a osare di più.
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La recensione What Was To Be Known di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-11-06 09:45:00
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