C’è sempre una strana atmosfera quando l’estate sta per terminare il lavoro e si accinge a pagare i danni all’autunno. È come se le ore diventassero giorni e tutto si trasformasse in un’euforia assoluta e assordante, per beffare la tristezza e dare un’ultima chance ai sogni in scadenza. I Jarred, The Caveman questo sentimento contrastato lo raccontano bene con le canzoni di “I’m Good If Yer Good”. Un disco di indie folk da saluti finali, festosi quanto basta per scacciare le lacrime ma inevitabilmente inquieti al punto da lasciare margini di manovra alla malinconia. “Troubles” è un Bonnie “Prince” Billy che si fa trascinare dal ritmo e viaggia forte su note ed emozioni. “She Ain’t Gonna Come” alza i tempi ed esalta alla maniera dei migliori Mumford & Sons (prima che qualcuno li mettesse nella pole position dei più odiati al mondo). “Which One to Lose” chiude tutto con una ballata che gioca molto con i silenzi, i riverberi leggeri e una voce espressiva e convincente. Tanto che alla fine ti accorgi che l’America sta qua.
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