“Adesso guardami” è un’autobiografia musicale che può avere un valore universale. È un disco coraggioso che si svela intimamente nudo.
Guardami. Adesso. L’invito di Roberta Di Lorenzo è chiaro da subito. Chiaro e inequivocabile, come una giornata di sole con un cielo limpido di cui non si vede la fine. Perché in effetti “Adesso guardami” è una finestra che aperta mostra il mondo interiore di Roberta. Ed è come affacciarsi dal davanzale e trovarsi di fronte a un vortice infinito, cerchi concentrici in continuo movimento, ognuno diverso dall’altro, in cui tuffarsi e affondare senza paura, con la consapevolezza che alla fine ci sarà un’uscita, e una volta fuori saremo più forti di prima.
È questo il disco di Roberta Di Lorenzo, è sguardo all’interno di se stessa e insieme sguardo universale sull’animo umano. È il movimento inesorabile dal particolare al generale che rende speciale questo lavoro, perché chiunque si può identificare in brani che parlano d’amore, di sofferenza, di sconforto, di terribili cadute e risalite.
Anche le ispirazioni musicali sono abbastanza nette, perché dominano melodie pop e orecchiabili che ricordano Paola Turci; il timbro vocale si avvicina invece a Fiorella Mannoia o ad Andrea Mirò e c’è spazio anche per momenti più movimentati (forse troppo pochi in effetti) alla Carmen Consoli o Cristina Donà; e poi i piccoli spazi rimasti vuoti e riempiti dall’elettronica.
“Male d’amore” è la messa in musica dell’amore e della sofferenza, dove le parole coraggiose e sincere si appoggiano come l’acqua sul bagnasciuga su melodie lente ed orecchiabili.
“La storia della mia vita” è il brano che cerca le risposte alle domande più comuni: “che cosa sono adesso? E come dovrei inventarmi? E dove sono adesso? E come mi vedono gli altri?”. È il momento in cui ci si ferma a guardare cosa si è diventati. Ma “lascio le certezze a te”, perché in realtà la vita è in continuo movimento: puoi fermarti a guardarla per un attimo, ma mentre lo fai ti accorgi che ti sta già cambiando sotto i piedi.
“La musica si è persa” è invece il senso di smarrimento e di sconfitta che invade nei momenti più bui e la voglia di ritrovarsi “nei silenzi tuoi”, perché anche il silenzio può parlare.
Il nuovo inizio sta in “Paturnia n. 5”, ed è fatto d’ironia e ritmi più movimentati, è l’accettazione di ciò che si ha: “quello che c’è mi basta e non voglio più niente”. Qui, accanto a suoni più rock ed aggressivi, spicca anche la fermezza e la decisione, l’essere sicuri di sé. È una delle migliori, assieme a “L’ottavo piano”, traccia numero otto, perché anche i numeri hanno il loro senso: un piccolo capolavoro di sincerità, quest’ultima, che parla di problemi intimi spesso inconfessabili che sarebbe meglio gridare per sputarli fuori e liberarsene. E la sua intensità sta tutta nelle note di quel piano, ché ognuna sembra un ago conficcato lentamente nel cuore.
Insomma, “Adesso guardami” è un’autobiografia musicale, è la voglia di conoscersi e di farsi conoscere da chi accetta di ascoltare. E non c’è vergogna nel coraggio di mostrarsi nudi, un coraggio che non tutti hanno. Brava.
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La recensione Adesso Guardami di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-12-11 09:50:00
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