Come una fotografia di come eravamo da adolescenti, tutti ossa e confusione, sentimenti palpitanti sotto le magliette nere
I June and the well sono una di quelle band che si presentano con una foto-profilo importante, arrivando da due delle regioni che più regalano emozioni – non solo musicali, le Marche e la Puglia. Dalla prima si portano quell'emo che si guarda le scarpe, dalla seconda un rinnovato – forse mai sopito – amore per gli anni '90 (sentire i Barbados, a questo proposito). Sempre da laggiù, stringendo l'obiettivo sul Salento, si fanno ritrarre con lei, Matilde Davoli, orgoglio nostro, come quelle figlie talmente brave che già sappiamo faranno carriera all'estero e dobbiamo lasciarle andare, ma non vorremmo mai vederle andare via da casa. Accanto al titolare Luigi Selleri (Suburban Noise) membri di Sprinzi, Tante Anna, Miles Apart. In questa fotografia però loro occupano l'angolo in basso a destra, mentre il vero protagonista è un paesaggio possibile che si dispiega tra l'Arizona dei Jimmy eat World, le grandi spiagge della California, e lì in alto sta innevato il Monte Rainier dei Sunny Day Real Estate mentre si specchia su un palazzone di vetro sulla cui cima si struggono i Texas is the Reason.
Le prime tre tracce sono quelle più pop, forti di melodie cantabili e chitarre spensierate (ma mai non-pensate), a cui si aggiunge la perla “S-low”, con Matilde Davoli, un brano costruito pezzo per pezzo sul ritornello sing-along con i pugni puntati al cielo, dove ogni stop ridà slancio al passaggio successivo. Più dolci e rilassate le ultime due tracce, due concentrati di emo-zione in cui la voce si fa talmente delicata da risultare androgina in alcuni passaggi, diventando timbricamente un meta-tributo a quegli esseri tutti scombinati e fragili che sono gli adolescenti. Ché chi fa emo a questa maniera un po' adolescente lo resta per sempre, e riguarda le foto sentendoli ancora quegli schiaffoni di ormoni e confusione, di sentimenti palpitanti sotto le magliette nere. Ascolto consigliato a chi vuole sentirsi ancora così come allora.
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La recensione Gudiya di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-08-27 09:00:00
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