Riccardo Romano prepara i suoi “5 Haiku” e convince. Si tratta di composizioni molto brevi, immerse in una dicotomia sonora che viene espressa dalla stessa struttura dei pezzi: suoni catturati dalla quotidianità che vengono gradualmente sostituiti da una musica di grande atmosfera. Alla base di questo lavoro c’è il suono della chitarra e quello di Guzheng e Guqin, strumenti della tradizione orientale che Romano definisce come gli antenati della sei corde. Sorprende Romano quando si sposta su un blues ruspante (“Haiku 3”) mentre in generale i pezzi sono freddi e visionari. Il contrasto tra field recording urbano e arpeggi oscuri e quasi mistici è volutamente marcato e immerso in una progettualità di ricerca chiara e definita.
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