Il southern rock, Neil Young, le armonie vocali della psichedelia californiana: i riferimenti della Jack Thunder Band non potrebbero essere più chiari. "Un disco inequivocabilmente distante dal hic et nunc del mainstream contemporaneo" chiariscono subito loro nella bio; anche dall'alternative contemporaneo, aggiungerei io.
Una volta fatto questo necessario distinguo, comunque, nulla vieta di passare all'ascolto di un prodotto che è sì volutamente fuori dal tempo, ma non per questo è meno godibile. Chi è familiare col genere non potrà non gradire le lunghe svisate di chitarra in "Into the flow", che tanto ricordano i gloriosi strumentali degli Allman Brothers, le riminescenze rispettivamente di un pezzo come "Susie Q" e un disco come "Zuma" negli episodi "The great train robbery" e "These arms of mine", il pimpante country-rock creedenciano di "Workingman blues", il folk funereo di "The deer".
Se si volesse fare un appunto all'album, sarebbe forse sulla voce solista di Paolo Brunini che, per carità, tiene botta, ma risente un po' dell'alto livello degli strumentisti, posizionandosi un gradino sotto. Niente di terribile, anzi, fossero solo questi i problemi dei dischi!
Tornando a noi, i ragazzi della Jack Thunder Band hanno le idee molto chiare, sanno a quale pubblico rivolgersi e lo fanno toccando le corde giuste: non c'è motivo per cui questo pubblico (e di fan del southern e di Neil Young in Italia ce n'è parecchi) non debba scoprirli ed apprezzarli. Alla faccia dell'hic et nunc.
Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.