Mentre il full-lenght “Tutti Contro Bob”, la precedente release dei TBH, inanellava canzoni che riposavano per lo più su una base sintetica e groovosa, ben congegnata anche se leccata, artificiale e assai debitrice nei confronti dei torinesi Subsonica - con filtri alla voce, cassa dritta, loop in bella vista e campionamenti in sottotraccia, quasi a voler dire: “Ehi, ci siamo anche noi, siamo aggiornati, siamo cool, sentite che suoni giusti!” – “Emanuele Dopo” - il nuovo ep della band contenente tre brani – flirta con un electro-pop modernista dall’anima dark e il mood autunnale, privilegiando il profilo meno algido e tecnologico della band.
“Emanuele dopo” (traccia uno anche dell’album) e “Come” sono il frutto del tentativo di rinfrescare, rivestendole di bits colorati, strutture della canzone pop per assestare un buon colpo nelle classifiche giovani, alternative ma non troppo.
L'interpretazione vocale di Tatiana Fumagalli è intrisa di una malinconica distrazione e di un disincanto che, presi a piccole dosi, riescono suggestivi laddove, invece, diluiti nella maggiore durata dell’album, finivano per renderla poco partecipata e monocorde.
Convincono anche i dettagli, gli spunti arrangiatori resi interessanti dalle stilose pulsazioni sintetiche di matrice ottantiana e dai giri di basso obiettivamente accattivanti, che nella title-track ripiegano anche sul dub.
La centrale cover di “Penny Lane” dei Beatles, con un inciso nasale che ricorda “Video Killed The Radio Star” dei Buggles (caso o colpo di genio?), rappresenta invece un simpatico riempitivo, ma nulla di più.
Considerato nella sua interezza, il lavoro dei TBH si fa notare per la gradevolissima confezione dei pezzi e per la discreta qualità dei riferimenti di matrice wave, ma soffre forse di un malcelato clima di artificiosità e premeditazione.
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La recensione Emanuele dopo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-02-29 00:00:00
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